Se Mosé fosse stato una donna, il Decalogo sarebbe stato molto diverso, si dice nelle presentazioni online del volumetto “Controdecalogo” (New Press, 2018): tuttavia non è un libro teologico né filosofico, ma un corpus di dieci racconti scritto…a dieci mani da cinque autrici comasche. Sono Marialuisa Barbera, Simona Bennardo, Roberta Ganzetti, Carla Negretti, Gerarda Veneroso, cinque “amiche di merende” come amano definirsi, non in senso… criminale ma “nel senso che dopo esserci confrontate si mangiava!”.
Abbiamo la bancaria e la psicoterapeuta, l’artista e la dirigente scolastica ecc. e ognuna ha reinterpretato a modo suo due dei vecchi comandamenti, sotto la supervisione di Andrea Di Gregorio. Non sono mancati i momenti “duri”, come quando un’autrice dopo aver tanto e tanto lavorato a un racconto si è sentita dire dalle compagne di avventura: “No, guarda… non sei tu”.
I dieci racconti partono “a rovescio” e cioè dal decimo comandamento per arrivare al primo: perché il Decalogo biblico parte dal generale (non avrai altro Dio…) per scendere nel particolare e anzi perfino un po’ nel volgare (non desiderare la donna e la roba d’altri). Mentre le ragazze solitamente partono dall’esperienza pratica, anziché cominciare col disquisire dei massimi sistemi.
Ogni autrice tratta il suo tema secondo la propria sensibilità, ed è così che il “Ricordati di santificare le feste” diventa un racconto sulla ludopatia, perché al giorno d’oggi i giorni di festa o meglio d’ozio sono caratterizzati da “piccoli rituali” (anziché da riti sacri), l’aperitivo al bar e cose del genere.
“Onora il padre e la madre” fa riflettere se essi siano da onorare comunque, anche se fanno cose disonorevoli; e giunge a suggerire che il miglior modo di onorare i genitori, senza i quali non esisteremmo, è vivere la nostra vita in libertà e pienezza, sapendoci anche slegare da loro.
Il “Non desiderare la roba d’altri” pone questioni delicate: quando si vive insieme, in una relazione, quanto di ciò che è mio è tuo, e quanto di ciò che è tuo è anche mio? Di più: quanto di TE è mio e quanto di ME è tuo? Tutti desideriamo essere amati, ma a volte si rifiuta di essere amati per non diventare un possesso.
E ancora: come si pone il “Non uccidere” davanti al sofferto, straziante fine-vita di qualcuno che ci è caro?
Tematiche tutte senz’altro attuali che (insieme alla simpatia delle autrici) hanno richiamato una vera folla nel tendone della Fiera del Libro a Como, lo scorso 5 settembre.
Bella recensione!
Andrea Di Gregorio
grazie, è il mio lavoro ed è stato anche un piacere